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WHO I AM

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Born in Varese in 1967, pupil of the sculptor Giancarlo Sangregorio.
From an early age I dedicated myself to the study of sculpture, also creating works on commission.
My stylistic research has led me to an idealization of the figure and to the intuitive exteriorization of my emotions, generating an intimate bond with the material.
The works are a manifestation of dreamlike visions rich in symbolic and surrealist values with abstract views of a dynamic nature.
Marble is the material I prefer to make the vision manifest and the technique I use is direct carving because it gives me freedom of execution by giving the work greater strength.
I have always considered sculpture the most complete artistic expression, capable of arousing a strong visual impact.

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My creative process​

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My sculpture is born from a vision and after this the search for the suitable block for the work begins.
Going to the quarry, the blocks all seem to offer the same possibility, but only one lights up from the figure seen.

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Biographical note

They are present in the Catalog of Modern Art (CAM) n°58 and in November 2023 n°59 of the Editorial Giorgio Mondadori.
Also in November 2023 I am present in the Encyclopedia of Italian Art with a critical text by Alberto Moioli, editorial director of the Encyclopedia of Italian Art.
General catalog of artists from 1900 to today, Italian art critic, essayist and writer.
I was a member of the board of the Circolo degli Artisti of Varese.

In 2023 I joined the "Art Thérapie" project, conceived and founded by Martin Stoecklin, with international dissemination.

Past exhibitions:

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Circle of Artists of Varese

"Art and Pandemic"

May 2022

Water workshops - Laveno Mombello

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Circle of Artists of Varese

"225 years of the Italian flag"

November 2022

Varese

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"Solidarity Works"

December 2022

New Theater Cuasso al Monte - Varese

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Imago Gallery - Giuseppe Camerini Foundation

January 2023

Varese

Recensione Alberto Moioli

"Considero l'arte l'unico vero strumento capace di svela­re all'uomo la propria coscienza ... un dono dato all'uomo per l'umanità, un invito ad imitare la creazione e non a copiarla. - scrive lo scultore Paolo Pelizzoli - Questa è l'arte, la capacità di narrare le emozioni con armonia e bellezza." Paolo Pelizzoli è un artista la cui espressività pone le sue radici nella profondità di un anima particolar­mente sensibile e profonda. Il percorso che ho compiuto nell'analisi delle opere dell'artista ha preso avvio dalle sue ultime sculture dalle quali si coglie immediatamente la maestria nella lavorazione della materia. Si può osser­vare infatti l'approccio non banale, ed anzi, grazie alla chiave di lettura offerta dai titoli, si percepisce la pro­fondità del pensiero che ha stimolato la nascita dell'in­tuizione di ogni opera. "Il settimo sigillo", ad esempio, è il titolo di un'opera che non può che riportarci al libro dell'Apocalisse ed alla fortissima metafora sulla vita e la morte rievocata anche nel capolavoro del 1957 di lngmar Bergman. "L'abbraccio" di Paolo Pelizzoli è un'o­pera in cui trionfa il ritmo compositivo, la dolcezza delle forme che si intrecciano quasi a fondersi tra loro in un abbraccio infinito in cui ad emergere con raffinata ma­estria scultorea è l'armonia. L'incontro con l'artista è stato poi la conferma di ciò che lui rappresenta con le sue forme scultoree, un uomo riflessivo e riservato che ama confrontarsi con la storia, la poesia e la cultura del­la bellezza legata al linguaggio dell'arte a tutto tondo. Paolo Pelizzoli sorprende per il suo entusiasmo, il suo incessante desiderio di crescere, conoscere e confrontarsi, elementi caratterizzanti di un artista che non mancherà di sorprendere il suo pubblico ancora per molto tempo. La profondità dell'uomo, che coincide con quella propria­mente espressiva, è affine a quella corrente di pensiero trasversale che riflette sul valore intrinseco dell'esistenza umana individuale e collettiva che fu un pilastro cardine dell'esistenzialismo insegnato dal filosofo svedese Søren Kierkegaard. Paolo Pelizzoli con la materia ha un rapporto intimo, un legame profondo che nasce dal rispetto di ciò che tra le sue mani può nascere, nel rispetto dell'arte come stile di vita. Lo scultore usa il marmo palissandro classico della Val d'Ossola, il marmo rosa di Candoglia e il celebre marmo bianco di Carrara, materia che predilige perché con questa riesce ad esprimere al meglio la tecnica dell'intaglio diretto con la quale sente di avere maggior libertà e forza creativa. Lo studio, la sperimentazione e l'incessante ricerca, ha consentito negli anni di raggiun­gere una cifra stilistica a lui particolarmente congeniale. "La mia scultura nasce da una visione - afferma Pelizzoli - e successivamente a questa, inizia la ricerca del blocco adatto all'opera. Recandomi in cava i blocchi sembrano offrire tutti la stessa possibilità, ma solo uno si illumina della figura vista". Non ci si stanca di osservare le opere di Paolo Pelizzoli e la sua vicinanza al mondo dell'Arte Terapia dimostra ancora una volta il benefico effetto che il linguaggio estetico può offrire a chiunque abbia il co­raggio di lasciarsi trasportare dai volumi e dalle forme della scultura.

(Alberto Moioli)

Giancarlo Sangregorio

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